Sviluppiamo nuove esperienze

Un rametto d’esperienza vale un’intera foresta di avvertenze.

Il mondo dei Fooder

Il mondo del Food è tradizionalmente diviso in numerosi compartimenti stagni: c’è chi coltiva, chi alleva, chi trasforma, chi elabora, chi vende. Ciascuno con il proprio mestiere, la propria identità, i propri interessi. L’innovazione tecnologica e l’impatto che ha sulle persone sta cambiando gli attori in profondità. Che si integrano a monte e a valle, cambiano i loro modelli…

Chi vende (retail) inizia a produrre (private label, ready to eat, ready to cook, …); chi produce (industria di largo consumo, filiere dei freschi) crea dei format di vendita fisici o digitali; chi trasforma (ristorazione) allarga la sua modalità di vendita con l’online (food delivery), nascono nuovi attori che integrano tutta la filiera (Eataly e i suoi “fratelli”) e pure player digitali (Cortilia). Secondo la nostra visione tutti questi diventano dei FoodER, ovvero chiunque produca, trasformi o venda cibo (e bevande).

  • Food Revolution sono i “grocerant” che offrono soluzioni per mangiare a tutte le ore e in tutti i modi possibili. 
  • Food Revolution è controllare la filiera della carne con le blockchain. 
  • Food Revolution è un forno intelligente che pesa il cibo e lo cucina da solo. 
  • Food Revolution è il naso elettronico che valuta la qualità di un formaggio. 
  • Food Revolution è uno spiedino di carne sintetica, una frittura di meduse, ma anche un’ostrica grattugiata. 
  • Food Revolution è la merendina di cui mangi anche la carta che la avvolge. 
  • Food Revolution è avere un menu diverso per ciascun cliente.

Questi nuovi percorsi sono fatti di racconti, esperienze innovative e casi di successo che convergono verso il futuro.

Il nostro lavoro è aiutare i nostri clienti a capirlo, prepararlo e viverlo.

I Millennials – i nativi digitali, tendenzialmente under 40 – sono già consumatori importanti e stanno trasformando il modo in cui si acquista, si prepara, si consuma e si CONDIVIDE il cibo, CREANDO le nuove tendenze a livello globale. L’affermazione di internet e l’avvento delle nuove tecnologie hanno infatti stravolto le abitudini alimentari dando il via ad una vera food revolution. Per non parlare degli Z (under 20) che si stanno affacciando sul mercato e enfatizzano ancora di più queste tendenze. Rispetto ai modello di consumo dei “babyboomers”, oggi gli under 40 rappresentano un pubblico sempre più attento alla qualità, alla salute, alla sostenibilità e all’innovazione: spendono di più in cibo – la spesa annua negli USA è di 1,4 trilioni di dollari –, sono anche più informati su ciò che mangiano ma cercano pasti destrutturati e vogliono mangiare in movimento e ovunque siano.

“Tra le sfide che l’industria del cibo si trova ad affrontare oggi c’è quella di dare una risposta concreta alle esigenze di questo nuovo pubblico. Sono loro, che con nuove abitudini di consumo e di acquisto e, grazie ai potenti mezzi tecnologici a disposizione, stanno dando vita ad una food revolution globale e tutti noi dobbiamo essere consapevoli e pronti al cambiamento.” How millennials are changing the food industry.

Ma in Europa, e in particolar modo in Italia, l’allungamento della vita comporta un grande aumento della popolazione nelle fasce over – quindi con una loro importanza crescente nei consumi alimentari – che stanno a loro volta cambiando le loro abitudini di comportamento e acquisto, mutuandole da altre fasce d’età.

“I Perennials, una “categoria che a differenza delle precedenti è completamente slegata dal tempo e dall’età. Sono over 40, creativi, sicuri di se stessi, amano cooperare ma soprattutto sanno spingersi oltre i limiti e sanno come azzardare. i Perennials si reinventano, si lanciano alla scoperta del mondo, mossi da curiosità e apertura mentale.”

Più pasti pronti e più app, più delivery e meno ore passate tra i fornelli. E, tra l’altro, meno cose da lavare.

Le abitudini alimentari si stanno drasticamente modificando: se negli anni ’50 si passavano ai fornelli 2 ore al giorno, negli anni ’80 1 ora, oggi sono poco più di 30 minuti destinati a calare ancora per gli Y e i Z.

Tutti i FoodER dovranno affrontare le conseguenze di questa trasformazione, anche perché i più giovani e i più innovativi, infatti, non solo hanno un crescente potere di spesa ma influenzano, con i Social, il comportamento di tutto il mercato. È quindi importante capire cosa e come stanno comprando e come i loro gusti siano diversi da quelli che li hanno preceduti. Ne è un esempio la nascita dei “grocerant” (grocer + restaurant), e di altre formule ibride, è dovuta alla scarsa voglia di cucinare, la comodità della soluzione (fare la spesa e comprare la cena in un solo momento) e il fatto che questi risultano più economici e veloci rispetto ad un ristorante tradizionale.

I FoodER devono trasformare i loro modelli di business passando sempre più dal prodotto all’esperienza sia fisica che digitale.

Questo significa passare ad un concetto esteso di alimentazione, legato al “benessere” e al “piacere”, che porta il più possibile alla creazione di esperienze personalizzate (“cibo su misura per me”). Questo diventa possibile con la lettura dell’enorme mole di data a disposizione (“Big Data”) e sviluppando dei Format sempre allineati all’evoluzione del consumatore e non più limitati a segmentazioni tradizionali (Ristorante? Negozio? Fabbrica? Bar?)

Dato che i consumatori più giovani spendono quasi il 10% dei loro consumi alimentari nella ristorazione e questo dato è in continua crescita, tutti gli operatori “tradizionali” devono adattarsi e cercare di migliorare la loro offerta abituale. Quindi aumentano i ristoranti e le catene “fast” per facilitare le consegne, ma anche le formule ibride di vendita e ristorazione.

“Già oggi assistiamo a forme di ibridizzazione dei formati. Cercano tutti di intercettare questa esigenza di consumo fuoricasa. Leroy Merlin, per esempio, ha cominciato ad aprire i bar nei suoi punti di vendita eliminando i tradizionali distributori automatici. Feltrinelli Red, che fonde ristorazione e libreria, è ormai un format di riferimento. La Gdo entrerà in maniera preponderante all’interno di questa crescita, ritagliandosi uno spazio specifico: non solo prodotti di IV e V gamma, ma anche “spazi per consumare direttamente in store” (L. Pellegrini)

Le tecnologie in questa trasformazione hanno sempre più un ruolo chiave. Si rende più facile, veloce e conveniente il mangiare (e bere). E soprattutto più “cool” vedi, ad esempio, il nuovo format “Esse” di Esselunga che è un tipico esempio di FoodER. Questo aumenta il potenziale di crescita dell’intero mondo AFH, che vale a livello globale 3.500 miliardi di euro con crescite a due cifre che continueranno negli anni. E l’Italia? L’Italia è uno dei paesi più importanti al mondo (ottava posizione mondiale come valore di consumi AFH), seconda solo alla Spagna in Europa. Per dare un’idea uno spagnolo consuma circa 2.200 € all’anno fuori casa, un italiano 1.400, un tedesco 900.
E che la ristorazione italiana fosse in continua evoluzione si era capito da tempo, anche se l’EXPO ha sancito lo spartiacque tra antico e moderno. Ora l’Italia è uno dei paesi guida la livello globale. Negli ultimi anni, il concetto di food in Italia è cambiato e ha fatto sì che, 10 anni, l’incidenza del AFH sui consumi alimentari passasse dal 32% al 36% e nei prossimi anni le previsioni riguardo i consumi alimentari fuori casa arriveranno al 40% (130 miliardi), avvicinandosi al fatidico 50% degli Stati Uniti.

L’evoluzione tecnologica sta trasformando anche il MESTIERE del AFH. Ad esempio, se prima le comande si scrivevano a mano, ora ci sono strumenti che aiutano a integrare la cucina con la sala ristorante basati su smartphone o tablet. Utilizzando strumenti di data analytics e i big data domani si potrà personalizzare in modo molto più efficace l’offerta (anche a livello di singolo cliente), e si potranno creare e replicare cibi “tecnologici” con le stampanti 3D


The famous Italian company Barilla, who specializes in pasta, worked with the Dutch research institute TNO in 2016 to make its first fresh pasta 3D printer. The machine uses a mixture of water and flour to create, layer-by-layer, pasta with unique shapes while maintaining the flavor as we know it today. However, we do not know much about the evolution of the project nor when the 3D printer could arrive on the market, but we hope it will be soon!

Fare impresa nel mondo AFH era fino a pochi anni fa più uno stile di vita che avere un progetto d’impresa a tutti gli effetti. In tempi passati gestire un’attività comportava uno sforzo immenso di lavoro e passione ma la parte più aziendale era spesso lasciata in secondo piano. Negli ultimi anni e specialmente con la Grande Crisi, il processo di trasformazione da impresa familiare, ad impresa vera e propria si è accelerato in maniera significativa e molti operatori, che non hanno saputo cogliere nei modi e nei tempi si trovano ora al palo, non sapendo come affrontare questa nuova condizione di mercato.

Il mondo dei FoodER

Il mondo del Food è tradizionalmente diviso in numerosi compartimenti stagni: c’è chi coltiva, chi alleva, chi trasforma, chi elabora, chi vende. Ciascuno con il proprio mestiere, la propria identità, i propri interessi. L’innovazione tecnologica e l’impatto che ha sulle persone sta cambiando in profondità gli attori. Che si integrano a monte e a valle, cambiano i loro modelli…

Chi vende (retail) inizia a produrre (private label, ready to eat, ready to cook, …); chi produce (industria di largo consumo, filiere dei freschi) crea dei format di vendita fisici o digitali; chi trasforma (ristorazione) allarga la sua modalità di vendita con l’online (food delivery), nascono nuovi attori che integrano tutta la filiera (Eataly e i suoi “fratelli”) e pure player digitali (Cortilia). Secondo la nostra visione tutti questi diventano dei FoodER, ovvero chiunque produca, trasformi o venda cibo (e bevande).

  • Food Revolution sono i “grocerant” che offrono soluzioni per mangiare a tutte le ore e in tutti i modi possibili.
  • Food Revolution è controllare la filiera della carne con le blockchain.
  • Food Revolution è un forno intelligente che pesa il cibo e lo cucina da solo.
  • Food Revolution è il naso elettronico che valuta la qualità di un formaggio.
  • Food Revolution è uno spiedino di carne sintetica, una frittura di meduse, ma anche un’ostrica grattugiata.
  • Food Revolution è la merendina di cui mangi anche la carta che la avvolge.
  • Food Revolution è avere un menu diverso per ciascun cliente.

Questi nuovi percorsi sono fatti di racconti, esperienze innovative e casi di successo che convergono verso il futuro.

Il nostro lavoro è aiutare i nostri clienti a capirlo, prepararlo e viverlo.

I Millennials – i nativi digitali, tendenzialmente under 40 – sono già consumatori importanti e stanno trasformando il modo in cui si acquista, si prepara, si consuma e si CONDIVIDE il cibo, CREANDO le nuove tendenze a livello globale. L’affermazione di internet e l’avvento delle nuove tecnologie hanno infatti stravolto le abitudini alimentari dando il via ad una vera food revolution. Per non parlare degli Z (under 20) che si stanno affacciando sul mercato e enfatizzano ancora di più queste tendenze. Rispetto ai modello di consumo dei “babyboomers”, oggi gli under 40 rappresentano un pubblico sempre più attento alla qualità, alla salute, alla sostenibilità e all’innovazione: spendono di più in cibo – la spesa annua negli USA è di 1,4 trilioni di dollari –, sono anche più informati su ciò che mangiano ma cercano pasti destrutturati e vogliono mangiare in movimento e ovunque siano.

“Tra le sfide che l’industria del cibo si trova ad affrontare oggi c’è quella di dare una risposta concreta alle esigenze di questo nuovo pubblico. Sono loro, che con nuove abitudini di consumo e di acquisto e, grazie ai potenti mezzi tecnologici a disposizione, stanno dando vita ad una food revolution globale e tutti noi dobbiamo essere consapevoli e pronti al cambiamento.” How millennials are changing the food industry.

Ma in Europa, e in particolar modo in Italia, l’allungamento della vita comporta un grande aumento della popolazione nelle fasce over – quindi con una loro importanza crescente nei consumi alimentari – che stanno a loro volta cambiando le loro abitudini di comportamento e acquisto, mutuandole da altre fasce d’età.

“I Perennials, una “categoria che a differenza delle precedenti è completamente slegata dal tempo e dall’età. Sono over 40, creativi, sicuri di se stessi, amano cooperare ma soprattutto sanno spingersi oltre i limiti e sanno come azzardare. i Perennials si reinventano, si lanciano alla scoperta del mondo, mossi da curiosità e apertura mentale.”

Più pasti pronti e più app, più delivery e meno ore passate tra i fornelli. E, tra l’altro, meno cose da lavare.

Le abitudini alimentari si stanno drasticamente modificando: se negli anni ’50 si passavano ai fornelli 2 ore al giorno, negli anni ’80 1 ora, oggi sono poco più di 30 minuti destinati a calare ancora per gli Y e i Z.

Tutti i FoodER dovranno affrontare le conseguenze di questa trasformazione, anche perché i più giovani e i più innovativi, infatti, non solo hanno un crescente potere di spesa ma influenzano, con i Social, il comportamento di tutto il mercato. È quindi importante capire cosa e come stanno comprando e come i loro gusti siano diversi da quelli che li hanno preceduti. Ne è un esempio la nascita dei “grocerant” (grocer + restaurant), e di altre formule ibride, è dovuta alla scarsa voglia di cucinare, la comodità della soluzione (fare la spesa e comprare la cena in un solo momento) e il fatto che questi risultano più economici e veloci rispetto ad un ristorante tradizionale.

I FoodER devono trasformare i loro modelli di business passando sempre più dal prodotto all’esperienza sia fisica che digitale.

Questo significa passare ad un concetto esteso di alimentazione, legato al “benessere” e al “piacere”, che porta il più possibile alla creazione di esperienze personalizzate (“cibo su misura per me”). Questo diventa possibile con la lettura dell’enorme mole di data a disposizione (“Big Data”) e sviluppando dei Format sempre allineati all’evoluzione del consumatore e non più limitati a segmentazioni tradizionali (Ristorante? Negozio? Fabbrica? Bar?)

Dato che i consumatori più giovani spendono quasi il 10% dei loro consumi alimentari nella ristorazione e questo dato è in continua crescita, tutti gli operatori “tradizionali” devono adattarsi e cercare di migliorare la loro offerta abituale. Quindi aumentano i ristoranti e le catene “fast” per facilitare le consegne, ma anche le formule ibride di vendita e ristorazione.

“Già oggi assistiamo a forme di ibridizzazione dei formati. Cercano tutti di intercettare questa esigenza di consumo fuoricasa. Leroy Merlin, per esempio, ha cominciato ad aprire i bar nei suoi punti di vendita eliminando i tradizionali distributori automatici. Feltrinelli Red, che fonde ristorazione e libreria, è ormai un format di riferimento. La Gdo entrerà in maniera preponderante all’interno di questa crescita, ritagliandosi uno spazio specifico: non solo prodotti di IV e V gamma, ma anche “spazi per consumare direttamente in store” (L. Pellegrini)

Le tecnologie in questa trasformazione hanno sempre più un ruolo chiave. Si rende più facile, veloce e conveniente il mangiare (e bere). E soprattutto più “cool” vedi, ad esempio, il nuovo format “Esse” di Esselunga che è un tipico esempio di FoodER. Questo aumenta il potenziale di crescita dell’intero mondo AFH, che vale a livello globale 3.500 miliardi di euro con crescite a due cifre che continueranno negli anni. E l’Italia? L’Italia è uno dei paesi più importanti al mondo (ottava posizione mondiale come valore di consumi AFH), seconda solo alla Spagna in Europa. Per dare un’idea uno spagnolo consuma circa 2.200 € all’anno fuori casa, un italiano 1.400, un tedesco 900.
E che la ristorazione italiana fosse in continua evoluzione si era capito da tempo, anche se l’EXPO ha sancito lo spartiacque tra antico e moderno. Ora l’Italia è uno dei paesi guida la livello globale. Negli ultimi anni, il concetto di food in Italia è cambiato e ha fatto sì che, 10 anni, l’incidenza del AFH sui consumi alimentari passasse dal 32% al 36% e nei prossimi anni le previsioni riguardo i consumi alimentari fuori casa arriveranno al 40% (130 miliardi), avvicinandosi al fatidico 50% degli Stati Uniti.

L’evoluzione tecnologica sta trasformando anche il MESTIERE del AFH. Ad esempio, se prima le comande si scrivevano a mano, ora ci sono strumenti che aiutano a integrare la cucina con la sala ristorante basati su smartphone o tablet. Utilizzando strumenti di data analytics e i big data domani si potrà personalizzare in modo molto più efficace l’offerta (anche a livello di singolo cliente), e si potranno creare e replicare cibi “tecnologici” con le stampanti 3D


The famous Italian company Barilla, who specializes in pasta, worked with the Dutch research institute TNO in 2016 to make its first fresh pasta 3D printer. The machine uses a mixture of water and flour to create, layer-by-layer, pasta with unique shapes while maintaining the flavor as we know it today. However, we do not know much about the evolution of the project nor when the 3D printer could arrive on the market, but we hope it will be soon!

Fare impresa nel mondo AFH era fino a pochi anni fa più uno stile di vita che avere un progetto d’impresa a tutti gli effetti. In tempi passati gestire un’attività comportava uno sforzo immenso di lavoro e passione ma la parte più aziendale era spesso lasciata in secondo piano. Negli ultimi anni e specialmente con la Grande Crisi, il processo di trasformazione da impresa familiare, ad impresa vera e propria si è accelerato in maniera significativa e molti operatori, che non hanno saputo cogliere nei modi e nei tempi si trovano ora al palo, non sapendo come affrontare questa nuova condizione di mercato.

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